Design Thinking: la metodologia agile per migliorare competitività, performance ed efficacia di prodotti e servizi con un sistema used-centered, in cui il capitale umano è centrale.
Design Thinking: cosa succede quando un’azienda adotta un approccio creativo incentrato sui bisogni degli utenti? Ne trae un vantaggio competitivo significativo.Purché rammenti che gli utenti non sono soltanto i clienti finali, ma anche il team di lavoro aziendale.
Nella sua definizione:
Il Design thinking (DT) è l’insieme dei processi cognitivi, strategici e pratici con il quale la progettazione di prodotti, edifici e macchinari è sviluppata da team di design. Negli ultimi anni il concetto di Design thinking si è spostato verso l’innovazione di prodotti e servizi.
La definizione sembra lineare, ma noi pensiamo al DT come un tragitto, non come un arrivo – esattamente come immaginiamo il percorso del Premio GammaDonna 2023: proprio per questo motivo ci occuperemo di Design Thinking nella tappa BEE-POWERFUL di Milano.
Un tragitto che non tiene conto esclusivamente dell’open innovation ma ridefinisce completamente il concetto di capitale umano rispetto alla generazione delle idee.
Un metodo di progettazione che fa del capitale umano aziendale uno strumento di idee innovative, favorendo una speciale coerenza tra work-life balance e work-life integration, in cui le persone possono allineare i tre fattori essenziali dello human design: chi sei, cosa fai, ciò in cui credi.
Il Design Thinking si applica a qualsiasi tipologia di organizzazione: startup, PMI, multinazionali, enti no-profit che intendono mettere l’innovazione al centro dei propri processi decisionali.
Il DT infatti si presta alla progettazione di startup e al loro lancio, alla formazione aziendale, ai processi di innovazione aziendale e alle consulenze strategiche, per prevenire il fallimento delle stesse.
Secondo CB INSIGHTS, infatti, il 42% delle startup chiude perché offre prodotti o servizi non centrati sulle persone, ovvero: qualcosa di cui nessuno ha bisogno.
Ad aprile 2023 rilascia un report intitolato: 452 startup failure post-mortems, in cui è interessante notare come, tra le tante lezioni che gli startupper devono apprendere per evitare il fallimento, ci sia la centralità dei valori e del capitale umano:
Glossier, ad esempio, ha perso migliaia di follower sui social media, dopo che i suoi dipendenti hanno segnalato una cultura tossica sul posto di lavoro.
Outdoor Voice ha sostituito il suo CEO, Ty Haney, dopo segnalazioni dei dipendenti che definivano l’ambiente di lavoro emotivamente traumatico. Dipendenti giovani, che si erano uniti all’azienda perché credevano nella sua missione e nei suoi valori, fino a quando hanno scoperto che la realtà interna dell’azienda non era in linea con i valori del brand.
Abbiamo quindi due tipi centrali di capitale umano: i clienti e il team di lavoro.
Teniamolo a mente.
Adottare il DT in azienda, quindi, può aiutare le organizzazioni a sviluppare prodotti e servizi di successo, che soddisfino realmente le esigenze dei clienti (e mantengano allineamento tra valori aziendali e valori del brand), per creare un vantaggio competitivo significativo.
In 4 punti, ecco i vantaggi che puoi ottenere applicando la metodologia del Design Thinking nella tua azienda:
Secondo Tim Brown, CEO di IDEO ed esperto di Design Thinking, il cuore di questo approccio è l’empatia. Il DT permette alle startup di comprendere profondamente i bisogni, i problemi e i desideri dei propri clienti. Questa comprensione profonda consente alle organizzazioni di creare soluzioni che rispondono realmente alle esigenze del mercato.
Secondo un articolo di Forbes del 2022, il DT favorisce un ambiente che incoraggia l’innovazione continua all’interno delle startup. Questo approccio spinge i team di lavoro a pensare fuori dagli schemi, incoraggiando la leadership alla sperimentazione e all’assunzione di rischi calcolati.
Le startup che adottano il Design Thinking hanno maggiori possibilità di differenziarsi sul mercato. L’approccio centrato sull’utente permette alle startup di creare prodotti e servizi che fidelizzano i propri utenti, grazie alla loro usabilità, all’eccellenza dell’esperienza utente e all’allineamento dei valori.
Il Design Thinking favorisce la collaborazione interfunzionale all’interno delle startup. In questo modo cresce un certo tipo di contaminazione culturale tra team tecnici, di design, marketing e vendite, creando un ambiente di lavoro meno competitivo, più compatto.
Per un simile cambiamento, dobbiamo dunque passare dal concetto di manager al concetto di leader. Una leadership che ispira e trascina, che davvero possa creare un ambiente di lavoro dove le persone si sentano realizzate.
Non a caso Bill Burnett and Dave Evans parlano di Designing Your Work Life come: ‘il Design Thinking che rende la tua vita un progetto meraviglioso’.
“Una vita che è generativa – è costantemente creativa, produttiva, cambia, si evolve, e c’è sempre la possibilità di sorprendere”.
BILL BURNETT
L’obiettivo del DT è risolvere problemi o, meglio ancora, trovare nuove opportunità, e questo ha un effetto collaterale: cambia la consapevolezza con cui le organizzazioni si percepiscono come fattore di cambiamento.
Per questo cambia anche la vita delle persone che ne fanno parte dall’interno: l’azienda diventa coerente con la loro vita e i loro valori, si dimostra capace di coinvolgere tutte le risorse e le aree aziendali.
La sua vocazione interdisciplinare fa la differenza nel lungo periodo.
Il tempo passa e tu misuri quali effetti producono i metodi e gli strumenti che hai sapientemente miscelato sulla base di esigenze specifiche e obiettivi di business.
L’Osservatorio Design Thinking for Business della School of Management del Politecnico di Milano, ha identificato 4 diverse linee metodologiche per l’applicazione del DT in azienda, in base agli obiettivi desiderati:
Creative Problem Solving: giungere all’innovazione partendo dai bisogni dell’utente. La migliore delle soluzioni viene testata in modo reiterato, anche più volte, fino alla release del prodotto o servizio migliore.
Sprint Execution: un processo rapidissimo usato per il lancio di un nuovo prodotto o servizio, che parte dalle esigenze dell’utente per realizzare un prototipo e testarlo proprio con l’aiuto del cliente finale.
Creative Confidence: creare propensione all’innovazione all’interno dei team aziendali e risolvere problemi organizzativi e comunicativi, attraverso l’esercizio strutturato dell’empatia a tutti i livelli aziendali.
Innovation of Meaning: creare una visione, invece di cercare una soluzione. In questo modo si dà valore all’ambiente di lavoro, e di conseguenza al cliente finale.
Un esempio per tutti?
Apple è un’azienda famosa per l’uso del design thinking nella creazione di prodotti innovativi, con un approccio unico all’esperienza utente nella progettazione dell’iPhone.
Apple utilizza un processo iterativo di prototipazione e test per comprendere le esigenze degli utenti e creare un’interfaccia intuitiva e facile da usare. Un merge tra attenzione ai dettagli, usabilità e design, che hanno reso l’iPhone uno dei dispositivi più desiderati al mondo.
L’ambiente di lavoro delle startup è per sua natura flessibile e creativo, portato all’innovazione: il miglior contesto possibile per mettere in atto il Design Thinking e perfezionare processi di implementazione e produzione veloci e snelli, per non sprecare risorse.
Una startup è un ecosistema complesso, in cui i valori dell’azienda si mescolano ai valori dei singoli – come ci insegna la sociologia delle organizzazioni.
Complessità e ambiguità sono dunque due elementi con cui fare i conti per districarsi all’interno di una complicata rete di relazioni. E la chiave di risoluzione, nel pensiero progettuale, è sempre la stessa: il capitale umano.
The Human Rule: tutte le attività svolte dall’azienda devono avere un ruolo sociale (migliorare la vita delle persone, rispondere ai loro bisogno…) e rispecchiare i valori del proprio cliente.
The Ambiguity Rule: l’ambiguità è inevitabile e non deve essere trascurata; per questo è necessario sperimentare, cambiare e innovare.
The Redesign Rule: i bisogni primari degli esseri umani restano gli stessi, anche quando cambiano le circostanze sociali e le tecnologie. Il punto non è indurre nuovi bisogni, ma trovare migliori soluzioni per i bisogni esistenti.
The Tangibility Rule: prototipare è essenziale per comprendere al meglio le problematiche connesse a un’idea, un prodotto o un servizio.
Dunque il DT è un percorso non lineare per risolvere problemi e fare innovazione.
E come si può applicare a una startup, o un’organizzazione complessa che desidera r-innovare?
Cambiare la cultura aziendale è essenziale, per creare un ambiente a supporto dell’innovazione, dove questa viene incoraggiata e supportata.
Dobbiamo incoraggiare il pensiero fuori dagli schemi, l’assunzione di rischi e la volontà di sperimentare nuove soluzioni. L’ambiente di lavoro dovrebbe essere aperto alla condivisione delle idee, all’apprendimento continuo e al fallimento come opportunità di crescita. Solo con una cultura dell’innovazione solida possiamo coltivare il design thinking come una parte integrante della nostra impresa.
Gli spazi di lavoro influenzano il modo in cui pensiamo e ci comportiamo. Un ambiente fisico ben progettato può stimolare la creatività e la collaborazione. Dobbiamo creare spazi che favoriscano l’interazione e l’interdisciplinarietà, dove i team possano lavorare insieme in modo fluido e condividere idee. Dalle aree aperte per il brainstorming agli spazi di lavoro flessibili, gli ambienti che promuovono la connessione e l’ispirazione possono contribuire a potenziare il processo di design thinking.
La diversità delle persone coinvolte nel processo di design thinking è fondamentale. Dovremmo cercare di creare team con competenze, background e prospettive diverse. La diversità stimola il pensiero critico, alimenta l’innovazione e aiuta a identificare soluzioni più creative e inclusive. Dobbiamo garantire che le voci di tutti siano ascoltate e che ci sia un ambiente inclusivo che promuova la partecipazione di tutti i membri del team.
Il design thinking richiede la libertà di sperimentare e imparare dai fallimenti. Dobbiamo creare un ambiente in cui i team si sentano autorizzati a esplorare diverse soluzioni, anche se non sempre hanno successo. Dobbiamo essere pronti a sostenere l’iterazione continua e ad adattarci alle lezioni apprese durante il processo. Solo così possiamo sviluppare soluzioni innovative che rispondano alle esigenze dei nostri utenti.
Per questo abbiamo consolidato la partnership con EY, proprio sul tema del Design Thinking.
EY, precedentemente noto come Ernst & Young, è un network mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità, transaction e formazione.
EY ha introdotto un concetto chiamato EY wavespace™, spazi fisici di lavoro e collaborazione progettati per stimolare l’innovazione. Questi spazi sono dotati di tecnologie all’avanguardia che supportano il processo di innovazione e co-creazione che includono schermi interattivi, strumenti di visualizzazione dati, tecnologie di realtà virtuale e altre soluzioni digitali. Queste tecnologie consentono di creare prototipi rapidi, simulazioni e visualizzazioni immersive che aiutano a comunicare e testare idee in modo più efficace.
Inoltre, gli EY wavespace™ sono gestiti da un team dedicato di facilitatori esperti in innovazione. Questi facilitatori guidano le sessioni di lavoro, facilitano le dinamiche di gruppo e incoraggiano la creatività. Sono addestrati nell’applicazione delle metodologie di Design Thinking e nella promozione di un ambiente di lavoro aperto, inclusivo e collaborativo.
Ed è proprio nell’EY Wavespace di Milano che avrà luogo la seconda tappa del road-show del Premio GammaDonna 2023 focalizzata sul Design Thinking.
Un ambiente in cui gli elementi acqua, fuoco, terra e aria rappresentano metaforicamente diverse dimensioni e aspetti del processo di innovazione e co-creazione, e dove i partecipanti potranno mettere in pratica le metodologie del DT per esplorare nuove idee, sperimentare soluzioni innovative e generare risultati tangibili.
Un vero e proprio percorso esperienziale trasformativo per amplificare la business transformation e potenziare il proprio mindset.
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