La sostenibilità non abbraccia più solo le valutazioni ambientali ma sta diventando uno stile di vita e di fare impresa. Vediamo come le aziende possono incrementare i loro livelli di sostenibilità grazie alla valutazione tramite i parametri ESG
Ormai la sostenibilità sta diventando un elemento imprescindibile per le aziende, a tutti i livelli.
Non si tratta più solo di sostenibilità ambientale e azzeramento della Carbon Footprint, quanto di attenzione alle persone, alla società e ad una gestione aziendale inclusiva.
Stiamo parlando dei parametri ESG: vediamo insieme di cosa si tratta e come monitorarli.
Se fino ad oggi parlare di sostenibilità era solo una questione ambientale, con l’Agenda 2030 per uno Sviluppo Sostenibile si è cominciato a puntare l’attenzione su altri parametri, non solo legati all’ambiente, ma anche al sociale.
Si tratta di prendere in considerazione, quindi, anche il benessere collettivo, la parità di genere, l’innovazione, l’inclusione e la riduzione delle disuguaglianze.
Tutte queste considerazioni applicate alla vita di un’impresa hanno dato vita a una scala di parametri per la misurazione di quanto un’azienda sia rispettosa dell’ambiente e della società, e di come la sua Governance sia inclusiva: i criteri ESG, appunto (acronimo che sta per Environmental, Social, Governance).
I principi ESG sono parametri extra-finanziari che si aggiungono ai “classici” parametri economici e che attirano sempre di più l’attenzione degli investitori e degli stakeholder. Infatti secondo il Financial Times, i fondi di investimento ESG, nel 2020, hanno raggiunto un controvalore di 1,7 trilioni di dollari.
I criteri ESG rappresentano il valore dell’azienda e si misurano con la dichiarazione ESG. Si tratta di un’analisi della struttura aziendale, dei cicli di produzione e di erogazione dei servizi, di tutti i dati e documenti interni ed esterni riguardanti le attività. Serve a verificare, momento per momento, il raggiungimento degli obiettivi relativi ai tre fattori:
La valutazione secondo questi parametri e la relativa dichiarazione riassumono in modo sintetico l’impegno delle imprese nel raggiungimento di una Corporate Sustainability e aiuta gli investitori e i clienti a inquadrare le realtà virtuose.
Il rating ESG indirizza, infatti, anche le scelte d’acquisto dei clienti finali, oltre che le scelte di investitori e stakeholder. Assume dunque un valore etico, oltre che commerciale, ed è in grado di fare la differenza nella percezione del brand e nei processi di sviluppo economico-sociale.
L’Unione Europea sta lavorando molto per dare indicazioni alle imprese dei paesi membri e facilitarle nell’ottenere sempre migliori valutazioni ESG. Per questo sta elaborando la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Si tratta di una direttiva sull’informativa di sostenibilità delle imprese, l’ultimo importante tassello della cornice regolatoria sulla finanza sostenibile.
Attualmente si hanno solo indicazioni abbastanza generiche che riguardano l’impegno ambientale, il rispetto dei diritti umani, la sensibilità ai temi sociali e il trattamento dei dipendenti, la diversity e l’equilibrio di genere nei board, l’impegno a contrastare la corruzione. Si tratta, tuttavia, solo di linee guida che però non vincolano le imprese, le quali sono attualmente libere di fare riferimento anche ad altri standard.
Con la CSRD queste linee guida verranno estese e dettagliate, ma soprattutto saranno rese univoche, chiare e confrontabili, oltre che ampliate per comprendere anche tutte le questioni che sono essenziali per gli investitori e gli stakeholder di riferimento.
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